Ancora una volta ci sarebbe una challenge mortale dietro la morte di Elena Ardissone, la 12enne di Borgofranco d’Ivrea trovata impiccata l’altra sera nel bagno di casa.
Maria era una ragazza come tante altre. Giocava a Pallavolo, studiava e frequentava il secondo anno delle medie. Era un po’ chiusa, trascorreva del tempo davanti ai social come molti giovanissimi della sua età. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva organizzato una specie di rito insieme a due amiche. Uccidersi insieme, in tre, nello stesso istante. Del suo macabro progetto ne aveva parlato alle sue compagne.
Come abbiamo più volte detto TikTok, insieme anche ad alti social network sono pieni di challenge estreme, pericolose e in alcuni casi si tratta di una vera e propria istigazione al suicidio.
Ma partiamo dai dati certi: a trovarla è stato il papà, Diego Ardissone. La Procura ha aperto un fascicolo di inchiesta contro ignoti. Il dettaglio che ha acceso subito l’attenzione degli investigatori e degli inquirenti è la modalità del suicidio: Elena aveva la cintura dell’accappatoio stretta intorno al collo. L’estremità era legata a una mensola. Un episodio simile a quello in cui ha trovato la morte una bimba di 10 anni di Palermo, Antonella Sicomero, vittima di una challenge su Tik Tok.
Questo precedente è bastato per disporre subito il sequestro cellulare e il computer di Elena Ardissone. Gli investigatori passeranno al setaccio tutte le conversazioni WhatsApp della giovane e le chat presenti sugli altri social. Ma nonostante i primi indizi facciano propendere per la sfida adolescenziale, il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, non si sbilancia: «Al momento non sembra emergere l’elemento della sfida sui social».
I sospetti su cui lavorano gli investigatori però restano. Altre amiche avrebbero pianificato di percorrere quella stessa strada ma poi, per fortuna non lo hanno fatto. La procura ha chiesto di analizzare le centinaia di chat trovate sul cellulare della ragazzina anche per chiarire il contesto in cui questo piano potrebbe essere maturato ma che, con ogni probabililtà, è stato deciso parlando di persona tra amiche. «E’ un’analisi che richiederà tempo», spiega ancora Ferrando.
I familiari però faticano a credere all’ipotesi del suicidio pianificato. Lo zio di Elena, Domenico, al Quotidiano Piemontese ha dichiarato. «È colpa di quel social network che hanno i ragazzini, TikTok. Non si sarebbe mai suicidata. Solo domenica a pranzo, con tutta la famiglia, aveva parlato del suo futuro, della scuola che avrebbe voluto frequentare dopo le media. Mi è parsa serena. Non avrebbe mai fatto una cosa simile. È stata colpa di TikTok. Stava tutto il tempo a chattare. Per fortuna siamo riusciti a sbloccare il cellulare e lo abbiamo consegnato ai carabinieri che indagano. Speriamo che possano arrivare alla verità».