È successo a Cefalù: l’11 Settembre 2017 un ragazzino di 12 anni aveva tentato di darsi fuoco nel bagno della scuola, ma è stato prontamente fermato da un docente; il caso però non venne denunciato ai Carabinieri, ora il preside è sotto processo per “omissione di denuncia”.
Secondo il preside infatti:“Sono convinto che non sia stato un caso di bullismo. Talvolta si ricorre a questo termine impropriamente. Confermo che si tratta di un caso di disagio psichico che la scuola ha affrontato dal punto di vista pedagogico coinvolgendo i servizi territoriali dell’Asp”.
Queste dichiarazioni però rivelano quanto il preside abbia preso sottogamba la questione e abbia sottovalutato ciò, solo per non infangare il buon nome dell’istituto secondario di primo grado: secondo le ricerche della polizia infatti il ragazzo era vittima di bullismo dai suoi compagni perché sovrappeso, e nonostante il grande clamore mediatico, nei mesi a seguire gli insulti nei suoi confronti non sono terminati.
Negli ultimi anni con il progetto Extreme School Project stiamo girando molte scuole d’Italia parlando proprio di bullismo e cyberbullismo ed il. titolo delle conferenze: “Chi tace è complice!”. Ricordando a tutti, studenti, insegnanti e dirigenti che ogni volta che sappiamo, vediamo e non facciamo nulla siamo parte attiva del Bullismo!
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