VUOI SAPERE SE TUO FIGLIO PRATICA L’AUTOLESIONISMO? ECCO I SEGNALI

23 Marzo 2018 Vincenzo Abbate

VUOI SAPERE SE TUO FIGLIO PRATICA L’AUTOLESIONISMO? ECCO I SEGNALI

VUOI SAPERE SE TUO FIGLIO PRATICA L’AUTOLESIONISMO? ECCO I SEGNALI

L’AUTOLESIONISMO è un problema che coinvolge un numero piuttosto elevato di adolescenti e insorge intorno agli 11-12 anni.

2 adolescenti su 10 sono autolesionisti. Il 20% degli adolescenti italiani si fa intenzionalmente del male, in maniera nascosta, nel silenzio della propria stanza, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza.

L’11,5% degli adolescenti si fa del male in maniera RIPETITIVA, soprattutto femmine.

Quando si parla di AUTOLESIONISMO ci si riferisce a tutti quei comportamenti di attacco intenzionale a parti del proprio corpo.

È importante che vi sia l’intenzionalità, ossia la volontà di farsi del male a livello cosciente, anche se tantissime volte, i ragazzi cercano di far passare tagli e ferite come accidentali, cioè causate da una caduta, da una distrazione o da graffi di animali. È molto importante che voi genitori stiate attenti al loro farsi male “accidentale”; se queste ferite sospette iniziano a risultarvi troppo frequenti, cercate di indagare con il figlio e non accontentavi di una prima risposta superficiale.

Tanti genitori si rivolgono a noi clinici perché scoprono che i figli si autoledono e sono perplessi, increduli, non se ne capacitano di come non se ne siano accorti prima. Il problema è che, purtroppo, i ragazzi, tendono a nascondere il tutto, non vogliono essere scoperti e i genitori, troppo spesso, non sono informati sui segnali e sugli indicatori che possono far sospettare di qualcosa.

1) Bisogna innanzitutto sapere che le parti più comunemente attaccate sono le braccia e le gambe, ma quando il tutto diventa troppo evidente, possono utilizzare anche le parti più nascoste tra cui i piedi e le parti intime.

2) Tendenzialmente si usano lamette, taglierini, oggetti appuntiti o metallici che possono graffiare o tagliare la pelle e talvolta anche accendini o sigarette con cui si bruciano volontariamente. In genere queste sono modalità prettamente femminili, mentre i ragazzi danno spesso pugni al muro, fino a fratturarsi le mani o si rompono le ossa, si danno pugni da soli o sbattono la testa da qualche parte.

3) Attenzione ai cambiamenti d’umore, soprattutto al passaggio abbastanza repentino dalla rabbia, nervosismo, alla tranquillità.

4) Attenzione a capire se si arrabbiano o meno quando entrate dentro la camera nel momento in cui si stanno cambiando o se vi capita di aprire la porta del bagno mentre ci sono loro dentro. Vogliono evitare in tutti i modi di farsi vedere da voi perché si vergognano e perché pensano non possiate accettare e comprendere quello che fanno. Diventa spesso come un segreto che vogliono tenere per sé.

5) Un altro fattore da non sottovalutare è il tempo che trascorrono chiusi nel bagno, soprattutto dopo litigate e forti stress, perché alla base dell’autolesionismo c’è un problema di regolazione di emozioni, ossia i ragazzi non riescono a gestire le emozioni troppo forti che devono scaricare attraverso il comportamento, attaccando il proprio corpo.

6) Tra gli altri fattori a cui bisogna stare attenti vi è l’abbigliamento che spesso e volentieri serve per coprire le ferite. Si ricorre di frequente all’uso di maglie con le maniche lunghe o pantaloni lunghi anche nei mesi più caldi, evitando di scoprire determinate parti del corpo anche durante il periodo estivo.

7) Attenzione anche ai braccialetti sulle braccia, soprattutto se numerosi, predisposti per nascondere le ferite come qualsiasi altro tipo di accessorio.

8) Infine, fate attenzione alla presenza di macchie di sangue nelle lenzuola o sugli asciugamani perché le cicatrici non si rimarginano in fretta, per cui, ci può essere una fuoriuscita di sangue. Oltretutto, i ragazzi, interferiscono con il processo di cicatrizzazione. La scusa più frequente per giustificare i fazzoletti insanguinati è quella che lo hanno perso dal naso.

La cosa che dovete fare è stare attenti alla frequenza e alla quantità!

Riconoscere i segnali significa impedire che il problema si cronicizzi e aiutare i propri figli a incanalare in maniera più adattiva le proprie sofferenze magari con l’aiuto di un esperto.

E’ importante capire anche come i ragazzi diventano autolesionisti senza che i genitori se ne accorgano.

 

Vincenzo Abbate

Fonte: http://www.adolescienza.it/sos/sos-genitori-adolescenti/gli-8-segnali-per-riconoscere-lautolesionismo/

 

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